FoliagePer chi segue i ritmi della ruota dell’anno è Capodanno, tradizionalmente un momento di bilanci e buoni propositi.

Non sento però Samhain come un momento di cene, balli e baldoria, lo vivo di più come un momento intenso di raccoglimento e di ascolto dei messaggi di energie sottili che in questo momento dell’anno sembriamo recepire di più.

Ricordo una frase di Tiziano Terzani che dice: “L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare.” 

Io non credo sia una questione di Oriente e Occidente.

Sono affascinata dalle culture orientali, vi trovo molti spunti di riflessione, ma sento che anche la nostra terra contiene questa verità. È la verita delle società  contadine e del vivere a stretto contatto con la natura, per forza e necessità attente e aperte ai suoi insegnamenti e per questo filosofe per esperienza diretta.

La Ruota dell’Anno rappresenta il ciclo naturale delle stagioni, ci mostra che le cose della natura sono cicliche, compreso lo scorrere del tempo che viene immaginato come una ruota che gira incessantemente; lo scorrere delle stagioni si riflette nella nostra vita: nascita, crescita, declino e morte e non c’è un momento migliore di un altro e che sarebbe preferibile durasse continuamente.

Questo è il tempo del lasciar andare.

Facile dire lasciar andare le emozioni stagnanti, i pensieri ricorrenti… più difficile realizzarlo.

Si torna sempre lì, proprio come in una spirale.

Dunque non si tratta di cambiare linea retta, perchè quella in cui vivo non calza più, ma di avventurarsi in un cammino ciclico, diventando più recettivi ai piccoli cambiamenti e ampliando lo sguardo.

Poi, certo, si può cambiare tutto, abbiamo grandi maestre e maestri che ci hanno dato il loro esempio.

Possiamo osservarli e metterci in dialogo con loro.

Francesco d’Assisi, Siddharta e gente comune in tanti punti del globo e appartenente a filosofie e religioni diverse hanno lasciato tutto e hanno iniziato una nuova narrazione.

Lasciare il materiale.

È difficile semplicemente immaginarlo per chi vive nella società dell’avere.

“Come sopravviverò?” , “Cosa farò?”

Provo a visualizzare queste persone, con le loro abitudini e movimenti consueti e mi chiedo quali tipi di emozioni li abbiano attraversati.

Improvvisamente non avere più un riparo o nutrimento nel momento della fame.

Immagino il rischio di essere travolti dalla pesantezza dei pensieri e dall’urgenza dei bisogni, contemporaneamente li percepisco leggeri.

Credo che abbiano “semplicemente” lasciato il giudizio e il controllo e abbiano sentito in sè una grande fiducia nella vita.

Personalmente mi sembra un’impresa epica, perché mi lascio condizionare dal pensiero delle emozioni che potrebbero travolgermi.

Che sia forse questo lo sguardo con cui osservare le maschere di paura e morte che ci sono in giro in questi giorni?

Allora anche questa commercializzazione di Halloween può offrirci un’occasione per metterci a confronto con le immagini terrifiche che possono manifestarsi dal nostro spazio interiore.

Ti lascio qui una visualizzazione per metterti in gioco nelle energie del cambiamento.

Per qualsiasi necessità o semplicemente per condividere le immagini che sono emerse, puoi scrivermi a info@claudiaclerici.it.