8EADD442 61F4 4886 967D 57773706E45ESono arrivata alla fine del mese di settembre per dare forma scritta ai miei pensieri, perché quello dei limiti è un argomento che mi sta molto a cuore e mi sono data del tempo per strutturare un discorso che abbia senso.

Dovete sapere che quando pulisco casa, la mia pratica settimanale di contatto con la realtà nel suo aspetto caotico, amo ascoltare dei webinair che mi stimolino riflessioni.

Qualche settimana fa ho ascoltato alcune parole che hanno riacceso in me un certo fastidio, a tratti rabbia, per un modo di proporre una realtà senza limiti, al limite dell’onnipotenza.

Sapete perché mi arrabbio? Perché credo sia scorretto dire ad un essere umano, anzi a qualsiasi essere vivente, “sei nato senza limiti”. 

Questo non è reale, perché è contraddittorio rispetto al concetto stesso di incarnazione, di entrata in un corpo fisico che per sua essenza ha dei confini nella propria pelle, nel proprio essere se stesso e differenziato da altri.

Io non credo che tutto ci sia possibile e che basti volerlo per realizzarlo e contemporaneamente non credo che questo mio modo di pensare sia limitante.

Io credo che sia necessario semplicemente non cadere nella disquisizione se tutto sia realmente possibile o meno, perché la visione della realtà che questo paio di occhiali mi permette di avere non risponde ai bisogni della mia anima.

Nei miei dieci anni di terapia junghiana ho lavorato tanto sull’ombra, ho imparato a guardarla, a conoscerla, a dialogarci e ho compreso quanto i miei meccanismi di difesa abbiano un senso nell’economia globale della mia vita, dunque perché volerli eliminare?

Ieri, giornata celebrativa di San Michele, ho affrontato un discorso simile sull’uccisione del drago. 

Perché vogliamo ucciderlo a tutti i costi?

Perché dovrebbe essere sempre luce, giorno, estate, euforia?

Perché non impariamo a godere del buio, della notte, dell’inverno e della tristezza?

Impariamo gradualmente a stare in ciò che ci hanno detto essere un limite e, magicamente, si apriranno nuovi sguardi.