callipigia e aurea AfroditeOggi vi voglio parlare di Afrodite. Lo so, in apparenza centra poco con l’energia dei quattro elementi, ma ho deciso di presentarvela, perché in questo mese mi ha colpita con il suo equilibrio.

Dovete sapere che due volte al mese mi incontro virtualmente con una congrega di donne e insieme approfondiamo vari aspetti del vivere femminino. L’argomento dell’ultimo periodo sono state proprio le dee del panteon greco, ispirate dal libro di Jean Shinoda Bolen, “Le dee dentro una donna”.

Io ho scelto Afrodite. Sapete perché? Perché l’ho sempre osteggiata e giudicata, supportata dai vari pregiudizi che la cultura cristiana ha posto su di lei. E sapete cosa ho scoperto? Che è una grande dea, un archetipo potente che apre la via ad un equilibrio dinamico molto interessante.

Afrodite è una dea alchemica, la sola dea alchemica, e può godere di questo appellativo grazie al potere di trasformazione che solo lei possiede.

Genera voglia di conoscere e di essere conosciuti in un profondo scambio di reciprocità.

È una forza immensa di cambiamento, perché attraverso di lei fluiscono attrazione, unione, fertilizzazione, incubazione e nascita del nuovo, sia esso un essere vivente o un processo creativo.

Quello che mi ha colpita particolarmente, rispetto alle altre dee, è il suo essere la dea del qui e ora che ci invita a liberarci dagli atteggiamenti critici e dai sensi di colpa, veri e propri ostacoli nei confronti del gioco, del piacere e di tutte quelle attività “improduttive” e “futili”.

Attivare l’archetipo Afrodite ci invita quindi a ritagliarci del tempo e delle occasioni in cui poter gustare la vita e riattivare la sensibilità verso la bellezza.

Sentendomi un po’ limitata da alcuni giudizi della Bolen, ho deciso di continuare la mia indagine leggendo “La rinascita di Afrodite” di Ginette Paris e devo dire che qui ho trovato quel respiro che di là mi mancava.

La Paris invita ad uno sforzo di immaginazione che porti prima del giudaismo, quando l’elemento afroditico era qualcosa di squisitamente umano e il piacere era un mezzo e un sentiero che conduce alla spiritualità in cui l’epifania della bellezza informa l’intera coscienza.

L’invito è quindi quello di coltivare i valori di Afrodite allo stesso modo in cui si coltiva un giardino, rispettando il sottile equilibrio tra la bellezza spontanea delle fioriture e l’intervento abile del giardiniere.

Afrodite ha in sé un forte paradosso: conservare una forte identità e allo stesso tempo essere capace di fusione. Afrodite ispira l’unione di due esseri affinchè diventino un solo corpo e una sola anima e contemporaneamente, affinchè ci sia vera unione, è importante che i due individui siano ben separati, cosicchè l’altro non sia solo il riflesso di un desiderio personale.

Credo che la sua bellezza e grandiosità come dea e immagine archetipica stia proprio in questo, nel richiederci continuamente di mettere in discussione l’equilibrio e le verità raggiunte per permetterci un esame di autenticità rispetto al nostro agire e poi… ci consola sapere che anche quando il desiderio è svanito, i fiori appassiti e i giardini gelati, Afrodite imperitura come l’oro rinnova la sua presenza ad ogni ritorno di primavera.