L’equinozio d’autunno, la luna nuova in bilancia e le gesta di san Michele contro il drago mi hanno accompagnata in alcuni rituali e riflessioni sulla nascita della morale.
La luna nuova del 25 settembre è stata la dodicesima luna e, secondo Luisa Francia, può essere associata alla figura di Lilith.
Lilith è la prima, la padrona che non si lega, è la dea che era prima di dio.
Lei avverte e ammonisce.
Lei distrugge.
Come tutte le dee antiche, è un’accompagnatrice della vita e della morte e si prende cura di questo passaggio.
Con lei la morte è un rinnovarsi, con lei la vita è come una festa con canti e balli.
Lei è la luce nell’oscurità ed è la risata nel terrore.
Probabilmente il nome è di origine sumerica e significa “colei che ha catturato la luce”, esiste in molti miti e religioni come minaccia, come ammonimento o come tentazione del Male.
Lilith è l’inizio dell’umanità, la forza creativa, incontrollata e caotica che dà origine e porta un messaggio di lotta e violenza.
Nella realtà duale è una forza che non può essere nascosta.
Forse quando si arriverà all’unità verrà trasformata in modi che ancora non ci è dato sapere, ma oggi, qui e ora, il mondo è ancora duale e la sola strada percorribile è riconoscere che violenza e oscurità sono parte dell’intera personalità e non possono essere ignorate senza danni.
Voler nascondere e sopire le energie primordiali equivale a rimuovere una parte della propria storia e questa, prima o poi, chiederà di essere raccontata.
Incontrare la Lilith in noi e conoscerla, conoscere la violenza e la crudeltà che abbiamo dentro è un passaggio necessario, perché sono dimensioni che esistono, nonostante il nostro tentativo di nasconderle nelle profondità del nostro essere.
Lilith: la Luna Nera, il lato oscuro, la parte rimossa, buia e nascosta, la parte intuitiva, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e ingovernabile e non per questo cattiva.
Semplicemente incontrollabile e potente.
Per questo fa paura e, invece di integrarla in sé e nella società, la si combatte e la si respinge all’inferno, nell’inconscio, nel non detto, nel buio.
Lei, però, è parte di noi, senza di lei non esisteremmo, esisterebbero esseri spirituali senza possibilità di esperienza.
L’ombra rende possibile l’esperienza e la crescita, come la pietra grezza degli alchimisti da trasformare in oro puro: la pietra in sé vale poco, ma senza di essa l’oro non potrebbe essere ottenuto.
Va riconosciuta, accettata, ascoltata e integrata.
La condanna dell’aggressività è avvenuta molto gradualmente nella storia, ci sono stati tempi in cui l’aggressività è stata considerata “valore” e virtù e poi via via sono state introdotte le norme morali per dirigere le pulsioni e gli istinti.
Sembra così che alcune civiltà siano progredite moralmente in spirito attraverso l’educazione, ma la violenza non è sparita, è semplicemente stata punita, repressa e condannata.
Un’educazione violenta per eliminare la violenza.
Paradosso della civiltà “evoluta”.
Bisogna riformare l’educazione.
L’educazione emotiva non può più attendere.
Rabbia e gioia hanno pari valore, esistono in noi e reclamano il loro spazio.
Tanto non ci permettiamo di essere arrabbiati, tanto non ci legittimiamo a essere realmente felici.
Ci fa paura, temiamo di venire sopraffatti, di non saperci controllare, di essere giudicati e di auto giudicarci.
La soluzione?
La pratica, l’esperienza, la conoscenza.
Permettiti di vivere la rabbia, la tristezza e la gioia nella loro intensità ogni giorno di più.
Inizia con poco, con un breve attimo di riconoscimento e poi aumenta sempre più il contatto.
Vivi la tua emozione.
Osservala passare, come una nuvola nel cielo.
Ti lascio qui una visualizzazione guidata per incontrare Lilith.
Per qualsiasi dubbio, curiosità o condivisione, scrivimi.
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